A Sinistra by Giorgio Cesarale;

autore:Giorgio Cesarale; [Cesarale;, Giorgio]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Anticorpi
ISBN: 9788858136409
editore: edigita
pubblicato: 2019-11-15T00:00:00+00:00

2. Slavoj Žižek:

la matrice dell’ideologia, fra Hegel, Marx e Lacan

È stato soprattutto Slavoj Žižek7 a recepire negli ultimi anni la prospettiva filosofica e politica aperta da Badiou. In particolare, è da Il soggetto scabroso che Žižek è venuto rafforzando il dialogo con l’autore di L’essere e l’evento8. Il motivo è presto detto: il progetto teorico perseguito da Žižek fin da L’oggetto sublime dell’ideologia non è molto distante da quello realizzato da Badiou, perché entrambi hanno articolato una concezione del soggetto che sfrutti le acquisizioni della psicanalisi lacaniana, mettendole in rapporto, da un lato, con certi assunti della tradizione filosofica e, dall’altro, con le premesse della teoria marxista, benché riviste alla luce della loro rimodulazione althusseriana. Žižek rivendica, tuttavia, una maggiore «ortodossia» lacaniana: mentre per Badiou, come s’è già detto, è fondamentale impedire l’identificazione del soggetto con la negatività, il vuoto, che determina l’essere, perché altrimenti l’evento diventerebbe impensabile, per il Lacan interpretato da Žižek occorre distinguere fra soggetto e soggettivazione. Il soggetto è «tanto lo scarto ontologico [...] quanto il gesto di soggettivazione che, per mezzo di un cortocircuito fra Universale e Particolare, guarisce la ferita di questo scarto» (Žižek 2003, p. 197). Si tratta, a ben vedere, di una struttura ricorsiva: è il gesto del soggetto finalizzato a riempire il suo scarto che viene a riprodurre lo scarto stesso e dunque la forma del soggetto. Mentre Lacan insisterebbe sul «primato dell’atto (negativo) sullo stabilirsi (positivo) di una ‘nuova armonia’ attraverso l’intervento di qualche nuovo Significante-Padrone» (Žižek 2003, p. 198), per Badiou ciò che è decisivo è la fedeltà alla verità-evento positiva, la ricerca di un nuovo Significante-Padrone.

In termini ancora psicanalitici, il dualismo per certi versi prekantiano intorno a cui Badiou organizza il suo sistema filosofico, quello fra l’ordine ontologico asoggettivo e la fedeltà soggettiva all’evento, impedirebbe secondo Žižek l’apparizione della «pulsione di morte» come «mediatore evanescente» fra essere ed evento. Lacanianamente intesa, infatti, la pulsione di morte prepara quella situazione in cui l’individuo, fuoriuscito dalla trappola della legge che genera il desiderio della sua trasgressione, si configura come un «resto indivisibile», e cioè come una realtà intermedia priva di forma, ma in procinto di sublimarsi creativamente. L’esempio della soggettività proletaria marxiana spiega meglio questo passaggio: il suo emergere

è strettamente correlato al fatto che il lavoratore è costretto a vendere la sostanza stessa del suo essere (il suo potere creativo) come una merce sul mercato, cioè a ridurre l’agalma, il tesoro, il nucleo prezioso del suo essere, a un oggetto che può venire comprato con i soldi: non c’è soggettività senza la riduzione dell’essere sostanziale-positivo del soggetto a un ‘pezzo di merda’ da buttare via (Žižek 2003, p. 195).

In un certo senso, il legame fra «pulsione di morte» e sublime sta alla base dell’intera meditazione filosofica di Žižek, da L’oggetto sublime dell’ideologia fino al monumentale Meno di niente passando per Fare i conti con il negativo, Il soggetto scabroso e La visione di parallasse9. Da che cosa era partito infatti Žižek quando, in L’oggetto sublime dell’ideologia, aveva rivendicato la necessità

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